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Cosa vogliono i clienti dal Cloud Computing

Il confine tra cloud providers e cloud consumers diventa ogni giorno più sottile. Molte aziende sono impegnate su entrambi i fronti, sia a fornire servizi attraverso i propri cloud sia a sottoscrivere servizi cloud con i providers pubblici. Si parla di una  nuova mega-industria che pare raggruppare i providers dei servizi cloud in una competizione sempre più aggressiva per questo mercato online. I venditori stanno travolgendo i consumatori con uno sconcertante assortimento di listini prezzi e contratti basati sui livelli del servizio.

Forbes, nell’articolo “What Cloud Computing Customers Want: Clarity, Simplicity, Support” di Joe McKendrick, riporta le riflessioni su uno studio dell’ Enterprise Management Associates (EMA) che ha di fatto riscontrato lo stato di piena confusione in cui versa il mercato.
Il sondaggio su 415 dirigenti ha evidenziato un grande interesse attorno al cloud, ma al tempo stesso, molta confusione sulle opzioni e sui sevizi. Per molte organizzazioni, il cloud rappresenta una piattaforma completamente nuova, riporta l’EMA. Molti dirigenti ammettono la loro mancanza di competenza per supervisionare e comprendere i modelli di prezzo e le metriche operative, e hanno la sensazione di gestire un stistema che stanno “inventando strada facendo”.

La media delle aziende che hanno preso parte al sondaggio ha sottoscritto servizi cloud come minimo con 3 venditori, come ha riferito l’analista dell’ EMA Dennis Drogseth in un webcast relativo agli studi EMA. La ragione per la quale le compagnie stanno diversificando la loro scommessa su diversi providers, riassume Drogseth, è dovuta al fatto che “il cloud rimane ancora un esperimento…le persone sono in attesa di vedere ottimizzate le loro risorse con il cloud, ma molti non sono ancora sicuri di cosa questo significhi. Stanno ancora esplorando e cercando quello adatto alla loro azienda.” Un altro fattore è la frammentazione a  livello dei dipartimenti aziendali  – alcune aree del business sottoscrivono il cloud per ragioni diverse, come sviluppo, archivio dei dati o mantenimento.

Il mercato del cloud è anch’esso molto fluido, come ha riscontrato EMA. “Quando abbiamo chiesto del futuro delle strategie cloud, quasi il 60% ha mostrato un interesse ad aggiungere providers cloud e il 25% pensa di cambiare provider. Un altro 20% pensa di eliminare i providers cloud principalmente per problemi legati alla sicurezza, ai costi, alla conformità o alla complessità.

I Prezzi del cloud

Il fattore  prezzo è una delle grandi fonti di scontento dei sevizi cloud – non necessariamente perchè sono troppo alti, ma perché i listini prezzo sono troppo confusi. Gli innovativi listini prezzo spesso finiscono per assomigliare a esotici strumenti finanziari creati dalle aziende di servizi finanziari, dice Lalic Schoenbeck, Product Manager  e Marketing VP per Iland, che ha partecipato con Drogseth il web cast. “Mentre arriva questa ondata di innovazione, chi sta pagando il prezzo di tutto sono i consumatori” ha detto. “I prezzi possono confondere davvero molto o creare difficoltà nell’ambito cloud…c’è stata una grande operazione commerciale in termini di innovazione da parte dei provieders rispetto ai listini prezzi. Ma alla fine della fiera i  clienti del cloud sono come impantanati nella loro stessa confusione”.

In aggiunta alla confusione sui prezzi, le aziende utilizzatrici del cloud sono spesso sorprese – in senso negativo – dalle questioni legate alle performance (citate dal 38%). I problemi riguardano “vicini rumorosi” che rallentano le performance dei server cloud. Seccature con la mancanza di supporto da parte dei venditori saltano fuori frequentemente – i dirigenti non sono consapevoli che negli abbonamenti che sottoscrivono mensilmente o annualmente, non è inclusa un’assistenza completa. “Le realtà dei contratti di assistenza  cloud colgono spesso i clienti di sorpresa”, sostiene il report EMA. “Semplici email o supporto con ticket sarebbero disponibili solo ai clienti con i livelli inferiori, mentre i clienti che di acquistano servizi di assistenza di fascia alta potrebbero avere difficoltà ad accedere ad adeguati livelli di esperienza pratica.”

L’apprendimento è spesso più difficoltoso di quanto atteso, e i venditori semplicemente non sono disposti più di tanto ad accompagnarle i clienti per mano. Coinvolgere un’azienda nel cloud porta con se molte complessità, dice Drogseth. “ Parte del marketing suggerisce che accedere al cloud è semplice come  sventolare una bacchetta magica, ma non è esattamente così.  La performance è un requisito condiviso tra il provider cloud e il team IT”

4 requisiti che i clienti cloud chiedono

Il report EMA sottolinea  4 requisiti che i clienti cloud chiedono alla comunità dei venditori in maniera crescente:

1-      Prezzi trasparenti: la confusione sull’assortimento di listini prezzi “porta inevitabilmente trasformare in una sfida la comunicazione dei prezzi di gestione, la stima dei costi e anche prendere la decisione di investire nel Cloud”, dice l’EMA. “Più sono chiari i listini prezzi delle piattaforme cloud, più gli obiettivi di costo possono essere facilmente raggiunti.”

2-      Facilità di gestione: “Accettare che il cloud rappresenti una nuova piattaforma da gestire per l’IT e selzionare un cloud che faciliti questo passaggio – sia presentando metriche familiari, ambienti del protale facili da utilizzare o report che siano condivisibili”

3-      Assistenza: “Il costo e la qualità dell’assistenza, così come il mezzo attraverso cui è effettuata (sistema di ticketing, email o telefono) possono ostacolare o accelerare in maniera significativa il successo del cloud. È importante considerare il modello di assistenza e il suo costo quando si sceglie una soluzione cloud.”

4-      Servizi: prima di tutto capire i propri punti di forza e i propri limiti, suggerisce l’EMA. “ I sondaggi sono attendibili quando si è straordinariamente consapevoli nell’identificare le aree in cui le proprie competenze non sono sufficienti. Con un’onesta stima in mano, i venditori dei servizi cloud possono valutare le basi di quanto offrono, evitando disastri fin dall’inizio.”

In fondo, nonostante il nome, il cloud computing non si materializza magicamente in cielo – arriva dal server di qualcuno, che si trova da qualche parte. Richiede una gestione proattiva. I servizi cloud devono essere selezionai, i carichi di lavoro devono essere migrati e l’utilizzo deve essere tracciato,” dice l’EMA. “Non diversamente da altri complessi sistemi IT, queste infrastrutture cloud devono essere monitorate e gestite. Capacità e performance di gestione continuano ad essere di massima importanza,  così come la tanto decantata “facile scalabilità” del cloud dipende da quanto si mantiene uno sguardo vigile a identificare e correggere i problemi.”

Questo il consiglio per i consumatori del cloud, ma è anche qualcosa di utile da tenere a mente per le società che forniscono sevizi cloud. Forbes sostiene quanto sia necessario rendere i servizi cloud un’esperienza positiva per gli utenti finali.

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